LA CASA DEL SOLE: NASCE UN LABORATORIO QUOTIDIANO SULLA FAMIGLIA
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L'atmosfera che bisogna creare
intorno ai bambini nel primo settennio di vita è quella di una “famiglia
allargata”, come era nelle masserie e nelle case a corte di una volta.
Ogni adulto ha qualcosa da
fare e tutto ciò che si fa comporta una armoniosa preparazione, ordinata
e programmata, dei luoghi e delle cose.
Il segreto è vivere tutto il processo: si provvede allo spostamento dei tavoli, delle sedie,
alla preparazione dei vari strumenti e - alla fine del lavoro - al successivo
riordino delle cose, intonando canzoncine diverse che si ripetono in ogni
attività del giorno.
Questo vale anche per i
momenti di gioco: se si usano degli oggetti, il gioco finisce con il riordino
della stanza e delle cose utilizzate.
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Il lavoro (quello vero) è,
secondo la nostra impostazione educativa, la parte fondamentale e centrale
dell'attività che deve svolgere il bambino nei suoi primi anni di vita. L'impegno nel fare porta il bambino a completare lo sviluppo dei propri
organi interni che sappiamo essere ancora in formazione dopo la nascita, fino
alla fine del primo settennio.
Solo al compimento del settimo
anno il respiro, il battito cardiaco, le funzioni digestive diventano
regolari: il bambino chiude un grande capitolo della sua vita per aprirne un
altro.
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IMITAZIONE
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Nella pratica quotidiana
sappiamo che il bambino ci osserva, egli vuole imitare tutto ciò che l'adulto
sta facendo. Per questo è consigliabile non fare giochi
astratti o, peggio, attività con una pretesa didattico-educativa. Lo scopo
del gioco (e ce lo dimostrano i semplici giochi infantili tramandati
tradizionalmente) è l'attività stessa, attingendo dalle pratiche più naturali
della vita dell'uomo; fare il pane, lavorare la pasta o creare dei piccoli
manufatti.
In ogni attività è importante
seguire il processo di preparazione e portarlo a termine, cercando di
collegarsi alle semplici cose della vita con cui il bambino profondamente
cerca un contatto.
Ad esempio per il pane,
impastare gli ingredienti, far riposare l’impasto e attendere fino alla sua
cottura, per poi assaporarne nei pasti il sapore, porta piena soddisfazione ed
impegna totalmente tutte le forze vitali del bambino.
ARRIVA L’ETÀ
SCOLARE
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Nel 7° anno inizia il vero e
proprio apprendimento: il bambino vuole apprendere, è
tutto concentrato in questo e tutte le sue energie sono protese per questo
scopo. Lo farà, comunque, a misura di bambino, amando il maestro che il
destino gli porterà. Un adulto che, consapevolmente e facendo leva su questo
profondo sentimento, porterà la conoscenza al suo
allievo… ma questa è un’altra storia…
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AUTOEDUCAZIONE DEGLI ADULTI
Dalla nostra esperienza ci
siamo convinti che va condiviso tra genitori ed educatori un continuo
confronto su “come” stare insieme ai bambini.
Siamo convinti che uno dei
principali fattori che stimolano la crescita e la serenità del bambino sia
proprio nell’autoeducazione dei genitori e degli educatori attraverso un
lavoro su sé stessi.
Il bambino assorbe tutto
quello che vive intorno a lui: a partire da questa convinzione l'adulto deve
coltivare in sé bei pensieri, un atteggiamento verso il mondo pieno di gratitudine
e di bontà perché è questo che il bambino avverte.
L’adulto distratto è sempre
pieno di insicurezze.
Alle domande del bambino risponde
con una dovizia di spiegazioni non necessarie ed eccessivamente
intellettuali.
È noto che lo sviluppo
intellettuale, inteso come la capacità di collegare causa ed effetto, inizia
intorno agli 11 anni.
Per la comprensione a livello
elementare della realtà della prima infanzia, è necessaria una spiegazione
immaginativa e intuitiva dei fatti. Questo soddisfa le domande dei bambini ma
soprattutto li rassicura.
L’adulto, per far questo, deve
entrare in una dimensione di serenità interiore perché è la prima cosa che i bambini
avvertono nelle persone che hanno di fronte.